Il Bez (Andrea Bezzecchi) è molte cose: oltre venire dalla parte bassa della mia stessa terra è uno dei co-fondatori del MIAU (movimento Indipendente Assaggiatori Underground), una delle più sediziose adunate papillari del millennio. Poi ne sa a pacchi di aceto: non solo quello balsamico (tradizionale e non), ed è un convinto sperimentatore.
Gli Amici Acidi sono in cinque loschi figuri tra cui si riconoscerà anche Mario Pojer, l’alchimista alcoolico di Faedo, che si propongono di promuovere una nuova stagione della dimenticata, amabile acidità.
A IG-ventidodici ha portato la sua linea di aceti-aceti: di quelli che ti fanno spadire i denti (detto profondamente reggiano che descrive con esattezza i cibi molto astringenti). I più strani: dalla birra, dalla mela cotogna. Poi un aceto di vino passato in botti di ginepro, quelle usate anche per l’ ABTRE (Aceto Balsamico Tradizionale Reggio Emilia), e i due “monovitigno”: il formidabile lambrusco, una vera scossa elettrica nelle gengive, e quello di Timorasso.
L’assaggio degli aceti non è una passeggiata, ma al quinto si può già parlare di esperienza mistica. Di certo la potenza e la complessità degli aromi sprigionati impone una riflessione sull’utilizzo di questo ingrediente.
Dal sito www.appuntidigola.it